Olio Toscana, poca produzione. Il futuro passa da nuovi impianti, innovazione e irrigazione

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FIRENZE – Cosa fare per evitare annate dell’olio così scarse e quindi non remunerative per le aziende agricole? (leggi).

“Personalmente – afferma Giampiero Cresti, vicepresidente Consorzio Olio Toscano IGP – sono dell’idea di mantenere il modello olivicolo toscano, sostituendo però le piante vecchie e impiantando nuovi olivi. Altri modelli, i cosiddetti ‘intensivi’ oltre a non rivelarsi affidabili, sono anche un po’ in antitesi con le politiche UE come il Farm to Fork. Servono quindi impianti efficienti, piante giovani e sane. Con un sesto di impianto giusto, in relazione ai diversi terreni: in Toscana possiamo arrivare a 400-600 piante per ettaro, non di più, mentre adesso siamo ad una media di 150 piante per ettaro. Con piante nuove possiamo fare innovazione, avere una irrigazione intelligente e gestita in maniera puntuale (anche attraverso app e gps), con stress controllato. Già in una stagione come questa avere un impianto irriguo efficiente avrebbe migliorato la produzione. Per il futuro con l’innovazione e la disponibilità di acqua e con nuovi impianti olivicoli potremmo aumentare notevolmente la produzione. Non dobbiamo guardare a quanto costa produrre l’olio, ma concentrarsi sul produrre meglio e di più”.

Il problema mancanza risorsa idrica è molto sentito dagli agricoltori: “L’irrigazione è l’unica soluzione per evitare annate come queste – conferma Filippo Legnaioli, Frantoio GrevePesa –, è necessario il recupero delle acque in superficie, fare invasi e laghetti non sono più rimandabili”.

“L’olivicoltura richiede sempre maggiore professionalità e competenza – precisa Amos Unfer, Gie Olivicolo Cia Toscana -, è un settore che ha bisogno di innovazione, in tutti i momenti, dalla parte agronomica, alle attrezzature, alle competenze degli olivicoltori. Tutti aspetti che alla fine devono garantire un reddito adeguato al produttore. Non è il prezzo del singolo litro d’olio che deve aumentare, ma bisogna produrre di più e con maggiore qualità. Inoltre è arrivato il momento di ripensare alle varietà, visto che alcune fra quelle che abbiamo non sono più compatibili con i cambiamenti climatici”.

Luca Brunelli (Cia Toscana): “Mancanza irrigazione è grande emergenza”

Il problema della mancanza dell’acqua, come da tempo sta evidenziando Cia Toscana, è una vera e propria emergenza. Ed interessa anche l’olivicoltura regionale, in stagioni siccitose come questa.Progettare una realtà irrigua in Toscana non è più rimandabile – afferma Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana -. La Regione si deve prendere la responsabilità di animare il tavolo sul tema acqua e di essere protagonista di indirizzo e di sviluppare questo progetto. Che non può essere demandato neanche ai Consorzi di Bonifica”. Insomma, servono scelte ed in tempi rapidi. “La Toscana deve continuare a puntare sulla qualità – continua Brunelli -. Ma per fare qualità occorre puntare ad una capacità irrigua totale, mentre la Toscana ha solo il 9% della superficie irrigua. Questo non è assolutamente sufficiente, non possiamo pensare di avere agricoltura fra venti anni senza una progettualità che metta l’irrigazione in primo piano. La situazione dei nostri oliveti in quest’annata è un chiaro esempio”.

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