Vigneto Toscana sulla strada della qualità

La filiera vitivinicola toscana sta attraversando una delicata fase di ristrutturazione e adeguamento alle tendenze di mercato che la sottopongono a forti tensioni e cambiamenti, sia per le aziende sia per le produzioni.
Le aziende vitivinicole (53.796) rappresentano, comunque, il 38,4% del totale delle aziende agricole toscane, e incidono per il 7% delle aziende con vite in Italia. Bene la produzione: secondo i dati Istat, infatti, la produzione regionale ha oltrepassato nel 2004 i 3 milioni di ettolitri, il 33% in più rispetto alle ultime due campagne vinicole, e incidendo per circa il 6% sulla produzione nazionale. Un aumento che si spiega con l’incremento delle rese nel 2004, considerando che l’aumento delle superfici nel periodo 2002-2005 è stato del 5,5%. Siena (con 18.125 ettari, pari al 29,2% della regione) e Firenze (18.000, 29%) si confermano le province più importanti per superfici e produzioni (Firenze 1milione e 134mila ettolitri, 36,7%; Siena 825mila, 26,7%). Terza posizione per Arezzo con l’11,3% di superficie vitata (e il 7,9% della produzione); mentre Grosseto, area in forte espansione, occupa il quarto posto per superfici vitate (11,1% sul totale regionale) e il 10,9% della produzione vinicola.
Sempre più “rosso” il vino toscano: sul totale della produzione vinicola si è passati dal 72-74% del periodo 2000-2002, all’80% del 2003. E sempre più evidente risulta la riqualificazione delle produzioni toscane: aumenta infatti costantemente la percentuale di vini Vqprd (Doc e Docg) sul totale della produzione, dal 38% del 2000 al 59% del 2003. E’ Firenze a realizzare la percentuale più elevata (78%), quindi Siena (63%), Arezzo (60%) e Prato (58%). In ascesa si dimostra Grosseto che nel 2003 ha superato per la prima volta la soglia del 50%, la cui riqualificazione è legata al successo di alcune denominazioni, dall’interesse di grandi case vinicole e da numerose richieste per la realizzazione di nuovi impianti.
Fra i vitigni il Sangiovese si conferma il vitigno dominante (55,9% sul totale ettari), e compare in modo prevalente in molte Denominazioni di origine della Toscana (67,4%) e in altri vini rossi (38,8%). Segue un vitigno a bacca bianca, il Trebbiano Toscano (13,1% sugli ettari).

Denominazioni geografiche

La ristrutturazione del vigneto regionale va in direzione di un aumento della qualità delle produzioni. Le superfici iscritte agli albi delle Doc e delle Docg sono aumentate, passando dai 28.600 ettari nel 1990 ai 33.094 nel 1999, fino a raggiungere nel 2003 i 37.499 ettari. La Toscana è una delle regioni italiane con il maggior numero di denominazioni: 34 Doc, 5 Docg e 5 Igt, che interessano l’intero territorio regionale (Alta Valle del Greve, Colli della Toscana Centrale, Maremma toscana, Toscana o Toscano, Val di Magra). Sono inoltre attualmente all’esame del Comitato Nazionale per la Tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche altre tre Doc (Terratico di Bibbona, in provincia di Livorno; Bagnolo Pinot Nero; Pietraviva in provincia di Arezzo, e Maremma toscana, già Igt). E fra le Igt è già stata avanzata la proposta della Igt Montecastelli (provincia di Pisa). Le aziende iscritte agli albi hanno superato le 11.600 unità, 12,6% in più rispetto al 2000. Nel 2003 la produzione totale di vino Vqprd è ammontata a 1.377.784 ettolitri, e le province che contribuiscono maggiormente alla produzione di vino Vqprd sono quelle di Firenze (38,9%) del totale Vqprd regionale) e Siena (34,1%), seguite da Arezzo (11,6%) e da Grosseto(8,4%).

Esaminando i dati relativi alle superfici e produzioni delle denominazioni geografiche toscane nel 2003, è possibile osservare l’elevato numero di imprese che utilizzano le denominazioni (11.506, +11,6% rispetto al 2000; 21,3% sulle aziende toscane con vite censite nel 2000). Le denominazioni riconducibili ai vini Chianti detengono la quota più importante della produzione (oltre il 50%) con un 18% per il Chianti Classico e un 32% per la denominazione Chianti, nelle diverse sottozone. Importanti da un punto di vista quantitativo sono il Brunello di Montalcino (5,2% della produzione Vqprd), il Morellino di Scansano (4,2%), il Vino Nobile di Montepulciano (3,6%), la Vernaccia di San Gimignano (3,1%). Secondo i dati della Regione Toscana, nel 2003 le superfici iscritte alle denominazioni Chianti ammontano a 16.799 ettari su un totale di superfici iscritte agli albi delle denominazioni di origine in Toscana di 34.685 ettari (48,4%). Tra i Vqprd più importanti per superfici iscritte troviamo il Brunello di Montalcino Docg (1.912 ha), il Morellino di Scansano Doc (1.256 ha), il Vino Nobile di Montepulciano Docg (1.197 ha), la Doc Colli dell’Etruria Centrale (919 ha), la Vernaccia di San Gimignano Docg (815 ha) e la Doc Bolgheri (743 ha).

Il mercato

La situazione dei vini toscani ha fatto registrare un periodo di crisi per il vino Chianti, con calo delle vendite, riduzione delle esportazioni e contrazione delle quotazioni. Il calo dei prezzi era già stato segnalato agli inizi del 2003 e, secondo i dati della Camera di Commercio di Firenze, i prezzi sono diminuiti in percentuali variabili. Nel periodo dicembre 2003-ottobre 2004 mediamente il prezzo del Brunello di Montalcino è aumentato del 12,2%, il Chianti ha fatto registrare un – 34,4%, il Chianti Classico -23,8%, per il Chianti Colli Senesi è stato registrato –32,2%; e per il Nobile di Montepulciano – 31,8%.

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