L’accordo toscano sul latte ovino non entusiasma gli allevatori

Un accordo, sul latte ovino in Toscana, che rilancia le politiche di filiera, offre maggiore tutela alla produzione e alla trasformazione toscana, apre prospettive di rafforzamento e qualificazione del settore ovino. Tuttavia dal punto di vista del prezzo del latte (0,85 € litro + 0,025 di conguaglio a fine anno, rispetto al precedente 0,80 euro) per i produttori si tratta un risultato molto parziale (aumento di circa il 6% rispetto al prezzo precedente), al di sotto delle aspettative e delle esigenze vere delle aziende che sono alle prese con aumenti vertiginosi dei costi di produzione. Per il mondo della produzione dunque un risultato certamente non esaltante che però permette un miglioramento delle condizioni di tante aziende e rafforza la tutela di tantissimi allevatori che operano magari in aree marginali e più deboli di potere contrattuale. "E’ importante però evidenziare – sottolinea Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana –  come all’accordo di filiera abbiano aderito la maggior parte dei soggetti della trasformazione; ciò non avveniva da anni, ed è un fatto che rafforza tutto il settore e nella prospettiva può dare diverse opportunità nella costruzioni di iniziative di tutela e di valorizzazione del prodotto trasformato con latte toscano". 

Solo Astolatte – (organizzazione che associa una parte dei trasformatori privati) – non ha aderito all’accordo. Per la Cia un comportamento censurabile: "poiché – commenta Enrico Rabazzi, vice presidente della Cia di Grosseto -, dopo avere per mesi partecipato alle trattative fino all’ultima ipotesi poi accettata da tutti, si è sfilata con una motivazione di natura chiaramente strumentale". L’accordo prevede – 0,85 € litro + 0,025 euro di conguaglio a fine anno a condizione di stilare una griglia per il pagamento del latte con parametri di qualità che, entrerà in vigore nel  2009, solo effetto “premiante” mentre dal 2010 sarà sia “premiante che penalizzante”. "Inoltre  – aggiunge Rabazzi – potranno essere utilizzate risorse regionali sulla base di bandi di filiera che interverranno sui temi della logistica per la raccolta del prodotto, sulla tracciabilità geografica del prodotto trasformato, sulla promozione, sui temi del pacchetto igiene degli allevamenti, sulla marchiatura degli ovini, sullo smaltimento delle carcasse".

Un’ulteriore importante novità – ricorda la Cia toscana – è rappresentata dal fatto che il tavolo di filiera si apre alle organizzazioni del commercio per favorire processi di valorizzazione e di incremento della commercializzazione del prodotto trasformato con latte ovino toscano, sia nella grande distribuzione che nei negozi di vicinato. La Cia Toscana conferma l’importanza dell’accordo raggiunto che, seppur non esaltante dal punto di vista del risultato economico per gli allevatori, è un importante punto di ripartenza per tutta una serie di azioni a sostegno del settore, grazie anche all’impegno economico messo a disposizione dalla Regione. Per il mondo della produzione si tratta anche dell’assunzione di impegni previsti  dall’accordo, a cominciare dalla definizione dei criteri per il pagamento del latte con parametri di qualità, che vogliamo portare avanti assieme agli allevatori dei Gruppi d’Interresse Economico costituiti dalla confederazione.

Rosanna Paliotta

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