Aumento UE Quote latte: per Zaia è vittoria storica per vicenda di 24 anni

“Oggi è una giornata storica perché finalmente possiamo dire che l’Italia, dopo 24 anni, ha riconquistato il ruolo che le spetta in Europa”. E’ il commento del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia sull’esito del Consiglio dei ministri dell’agricoltura, chiuso oggi a Bruxelles dopo tre giorni di lavori intensi, culminati nella discussione durata più di 18 ore sulla proposta di aggiornamento della Politica agricola comune. A parte il secco no incassato dal nostro Paese sulla questione tabacco, l’esito di “questa lunga maratona negoziale – ha sottolineato Zaia – è il risultato più evidente del grande lavoro diplomatico che il nostro Paese ha saputo fare in sede comunitaria e la soddisfazione più grande per me, che fin dall’inizio non ho voluto delegare nessun funzionario a rappresentarmi in Europa, come accadeva in passato, ma che ho scelto di trasformare Bruxelles nella mia seconda casa”.

Vittoria di squadra – Per il ministro si è trattato di una “vittoria di squadra”: l’Italia infatti, ha affermato, “esce a testa alta da un negoziato che qualcuno aveva definito sgangherato”. Zaia ha rivolto quindi i proprio ringraziamento al commissario all’agricoltura Mariann Fischer Boel e al presidente di turno del Consiglio agricolo, il ministro francese Michel Barnier, per aver accolto quasi tutte le richieste italiane. Sulle quattro tematiche centrali previste dall’Health Check della Pac, quote latte, modulazione, sostegno specifico per settori o regioni e recupero fondi non utilizzati, sono stati infatti centrati tutti gli obiettivi prefissati.

Quote latte – Per quanto riguarda il latte, l’accordo approvato, si legge nella nota del Mipaaf, ha stabilito una revisione del metodo di calcolo della materia grassa nel regime delle quote, che in pratica si traduce nella possibilità per l’Italia di incrementare le proprie quote di un ulteriore l’1%, rispetto a quanto proposto dalla commissione. Nel complesso quindi i produttori italiani potranno usufruire di un incremento di circa 620 mila tonnellate, per un valore di mercato annuo di circa 240 milioni di euro. Si tratta di un quantitativo che permetterà agli allevatori di compensare ampiamente i quantitativi in esubero rispetto alla quota nazionale. Inoltre è stato previsto un trattamento ad hoc per i nostri allevatori: mentre per gli altri Paesi Ue è stabilito un aumento progressivo delle quote dell’1% l’anno, per i prossimi cinque anni, ai produttori italiani potrà essere attribuito “l’intero aumento già a partire dal primo aprile 2009”. In questo modo le aziende saranno in grado di assorbire le eccedenze produttive evitando il pagamento del prelievo per le prossime campagne. A fronte di questo, ha però avvisato Zaia, non ci saranno sanatorie per chi negli anni scorsi ha continuato a sforare le quote: “prima – ha spiegato il ministro si procederà alla regolarizzazione e al pagamento delle multe, poi si passerà alla distribuzione delle quote agli splafonatori. Avere le quote per il futuro non può prescindere dalla regolarizzazione”. L’Italia, in una nota riportata in calce all’accordo sulla revisione della Pac, ha assicurato infatti che “le quote latte addizionali saranno assegnate in via prioritaria a quei produttori che sono stati responsabili del superamento della quota nazionale di latte”. “Si tratta di riportare alla legalità – ha precisato ancora Zaia – coloro i quali, in virtù di un sistema iniquo, sono stati costretti a lavorare al di fuori della legalità. Inoltre, abbiamo spiegato alla Commissione e ai partner europei che l’incremento non è destinato a nuove mungiture”.

Il commento di Alfonso Andria – “Il PD, a cui stanno a cuore le sorti dell’agricoltura italiana, esprime un parziale apprezzamento per l’esito del negoziato sulla Politica Agricola Comune”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura del Governo ombra, Alfonso Andria. “Al di là dell’enfasi con cui sono stati comunicati i risultati – continua il Sen. Andria – va detto oggettivamente che sulla questione delle quote latte si è registrato un parziale successo. Certo, non siamo di fronte alle cifre esorbitanti che hanno caratterizzato gli annunci della vigilia, ma l’anticipazione dell’aumento dell’intero 5% alla prima annualità (originariamente scaglionato in un quinquennio) rappresenta un notevole sollievo per il comparto”. 
“Si tratterà di capire ora – ed è questo l’aspetto più delicato – come tale aumento verrà gestito sul piano nazionale. L’impegno va in particolare posto sui criteri allocativi del latte accumulato con la maggiorazione già ottenuta lo scorso anno e con il risultato negoziale di oggi. Il PD chiede che la stabilizzazione del settore sia perseguita ponendo particolare attenzione al rispetto della legalità e che si adottino tutti gli accorgimenti idonei a scongiurare il pericolo di una caduta del prezzo del latte.

Percezione – “La percezione di spuntare un qualche risultato utile – continua Andria – l’avevamo, peraltro, già avuta durante l’audizione resa dalla Commissaria Europea all’Agricoltura Fischer Boel davanti alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato in seduta congiunta. I parlamentari del Partito Democratico svolsero in quella circostanza interventi articolati a sostegno delle istanze maggiormente avvertite dal comparto agricolo nazionale, così testimoniando – appunto – quanto tengano alla difesa di un settore così nodale dell’economia italiana e alla sua massima valorizzazione. Purtroppo, a Bruxelles, su altri temi aperti, non sono state raggiunte le intese sperate. Ad esempio – malgrado il buon lavoro che la deputazione europea eletta in Italia ha compiuto e le alleanze che ha saputo stipulare nel corso della plenaria di mercoledì 19 a Strasburgo sul tabacco – il Consiglio dei Ministri Agricoltura ha totalmente disatteso le istanze del settore tabacchicolo, notoriamente in grande sofferenza. Qui le previsioni del Ministro Zaia, in ordine al prolungamento degli aiuti fino al 2013, non hanno trovato alcuna conferma. Questa esperienza insegna che sarebbe preferibile evitare di alimentare aspettative nelle  categorie interessate”. “Il Partito Democratico sceglie la linea della sobrietà – conclude Andria – ed impronta il proprio atteggiamento alla costruttiva ricerca di soluzioni praticabili”.

Rama, osservatori del latte – "Questo aumento del 5,8 per cento delle quote latte concesso all’Italia da subito corrisponde all’aumento che per gli altri Stati è stato deliberato scaglionato di qui al 2013. L’Unione europea ha riconosciuto dunque il lavoro del ministro per le Politiche agricole Luca Zaia e soprattutto la particolare situazione deficitaria nella produzione del nostro Paese". Così ha commentato il professor Daniele Rama, direttore dell’Osservatorio Latte della Smea, l’Alta scuola di Economia agroalimentare dell’Università Cattolica, sull’esito del negoziato agricolo condotto a Bruxelles dai ministri dei 27 Paesi dell’Unione europea. "L’aumento del 5,8 per cento può considerarsi un fatto positivo – ha proseguito Rama – e lo sarà tanto più se il ministero per le Politiche agricole (come già chiarito dal ministro Luca Zaia ndr) e le Regioni investiranno questo “pacchetto” di quote per regolarizzare le posizioni dei produttori. Questo aumento deve essere interpretato come un “atterraggio morbido” in vista della liberalizzazione del mercato dopo il 1° aprile 2015". Sul fronte del prezzo, il professor Rama ha cercato di tranquillizzare il mondo agricolo. "E’ comprensibile la preoccupazione dei produttori e delle cooperative – ha sostenuto – ma bisogna allo stesso tempo sottolineare che il prezzo del latte è influenzato anche dall’andamento del segmento caseario". Questo significa che a fronte di un aumento delle quote la risposta del mercato potrebbe non essere penalizzante per i produttori.

Occorrono chiarimenti – Un accordo sostanzialmente positivo per il latte. Così si esprime la Cia Emilia Romagna  in merito alla conclusione del negoziato comunitario dell’ ‘health check’ (stato di salute)  della Politica agricola comune. L’intesa prevede, tra le altre cose, un aumento per l’Italia  del 5%  della produzione di latte. “L’intesa -sottolinea la Cia- lascia alcune zone d’ombra che richiedono approfondimenti e chiarimenti. Nel complesso, però, rappresenta un primo passo avanti per garantire le risorse all’agricoltura dopo il 2013. Per quanto riguarda il latte, “l’accordo -evidenzia la Cia- è positivo, poiché l’aumento per il nostro Paese scatta immediatamente e risponde alle esigenze degli agricoltori. Chiediamo, però, che si apra subito un Tavolo di confronto per definire in maniera equa ed organica l’assegnazione di questo aumento. Ovviamente, bisogna tenere nel debito conto tutti quei produttori che sono stati nella legalità e hanno rispettato le regole. Questo è per noi un punto irrinunciabile”. Per l’Italia, secondo quanto ha comunicato la Commissione europea, l’aumento del 5% sarà introdotto immediatamente nel 2009/2010. Nel 2009/2010 e nel 2010/2011 gli agricoltori che superano la propria quota di oltre il 6% subiranno una maggiorazione del superprelievo  del 50%.

 

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