Vino, agli italiani piace quello Doc nazionale

La passione per il vino Made in Italy è sempre forte. Nel 2008 i consumi familiari di vino a denominazione di origine sono cresciuti del 7 per cento in netta controtendenza rispetto all’andamento generale. E’ quanto emerge da un’indagine del centro studi di Mediobanca secondo il quale nei primi due mesi del 2009 l’indice vinicolo ha lasciato sul terreno solo il 3,3 per cento contro la caduta del 15,3 per cento dei mercati mondiali.

Il vino in Italia – Con una vendemmia nazionale attorno ai 45 milioni di ettolitri (+ 5 per cento) si è verificato nel 2008 uno storico sorpasso quantitativo dell’Italia sulla Francia dove la raccolta dell’uva è stata stimata in calo del 5 per cento per un quantitativo di 44 milioni di ettolitri. Un risultato che  è il frutto anche di una crescita qualitativa della produzione Made in Italy con circa il 60 per cento dei raccolti destinati alla produzione di vini Docg, Doc e Igt. Sono 477 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (316 vini Doc, 41 Docg e 120 Igt).
Vino e vip – La passione per il vino Made in Italy ha coinvolto direttamente molti Vip che hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo all’attività agricola. Sono molti i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno scelto di investire nelle campagne italiane per assumere le vesti di agricoltori: attori (Gerard Depardieu, Ornella Muti, Stefania Sandrelli, Carole Bouquet), cantanti (Adriano Celentano, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Sting), stilisti (Ottavio Missoni, Roberto Cavalli), sportivi ( Paolo Rossi, Francesco Moser).

Settore in crescita – Il 2008 si è chiuso con le esportazioni di vino italiano nel mondo che hanno raggiunto per la prima volta, secondo dati Istat, un valore superiore a 3,6 miliardi di euro grazie soprattutto alla domanda di Stati Uniti e Germania che sono i principali acquirenti, anche se la distribuzione del vino Made in Italy è in crescita soprattutto nei nuovi Paesi emergenti. Negli Stati Uniti, nonostante il tasso di cambio sfavorevole, circa un terzo delle bottiglie di vino consumate dagli americani è arrivata dall’Italia che si conferma leader davanti ad Australia e Francia.
Il mercato americano – Negli Usa si bevono i vini rossi Doc /Docg della Toscana come il Chianti e il Brunello di Montalcino, ma anche i rossi piemontesi Barolo, Barbaresco, Barbera e Grignolino. Vini consumati anche in Germania dove si dirige una percentuale elevata delle spedizioni estere dei bianchi Doc/Docg del Veneto, come il Prosecco. La destinazione principale dei rossi Veneti come l’Amarone o il Valpolicella è il Canada seguito a ruota dalla Germania mentre i bianchi del Trentino e del Friuli come il Traminer e il Collio sono invece destinati soprattutto negli Usa e in Germania. Un vero boom si è verificato verso l’inghilterra dove le esportazioni di vino Made in Italy oltre Manica hanno superato nel 2008 per la prima volta il valore di mezzo miliardo di euro. Una evoluzione in netta controtendenza rispetto ai consumi di birra nei pub  dove, anche per effetto della crisi si sono bevute 1 ,8 milioni di pinte in meno al giorno, nel terzo trimestre rispetto a quello analogo dell’anno precedente. 

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