Calciatori, testimonial ideali del made in Italy

L’Italia all’estero e’ conosciuta soprattutto per il calcio, al punto che 6 esperti su 10 affiderebbero proprio ai calciatori una campagna di promozione del made in Italy nel mondo. Questo e’ quanto emerge da uno studio pubblicato sul mensile di turismo ed enogastronomia "Vie del gusto", in edicola questo fine settimane, che ha condotto un’indagine su 150 esperti di marketing, pubblicita’ e comunicazione. Gli eroi della domenica sono giudicati i testimonial ideali dal 61% degli intervistati e precedono di gran lunga le star del cinema (49%), gli imprenditori (28%) e gli atleti di altri sport (21%). Il calcio italiano, infatti, e’ cio’ che ci rende piu’ famosi all’estero (67%), superando per notorieta’ sia la cucina tricolore (61%) sia le griffe dell’ alta moda (56%). Insomma le cessioni di Kaka’, Ibrahimovic e Aquilani non hanno tolto appeal al calcio nostrano e cosi’ pubblicitari e uomini-marketing sceglierebbero i campioni della serie A per una campagna internazionale di promozione del made in Italy.

Meglio gli originali – Dopo che il Ministero aveva creato la Nazionale "taroccata" con Poni, Buffone e Scassano pronti a scendere in campo per combattere la contraffazione del Made in Italy, gli esperti selezionano un nuovo dream team per promuovere le eccellenze nazionali. Da Buffon eletto testimonial ideale del Parmigiano Reggiano (31%), fino a Del Piero (24%) e Totti (19%) scelti come uomini immagine della nostra moda, ecco la Nazionale per far vincere il made in Italy. Calciatori meglio di star tv e imprenditori per comunicare e innovare l’immagine del made in Italy nel mondo, e cosi’ Totti e del Piero diventano testimonial ideali della moda italiana e Lippi viene scelto come uomo immagine del settore navale Secondo gli esperti del settore, il made in Italy puo’ conquistare sempre piu’ popolarita’ se incomincia a puntare con convinzione sulla comunicazione, l’immagine (54%), il marketing e la promozione (48%), ritenute attualmente vecchie e ripetitive (62%). L’esigenza, sottolineano gli intervistati, e’ "sprovincializzarsi" e adattare i messaggi al mercato estero (47%). Per farlo le strade sono molteplici, si puo’ puntare sulla qualita’ (39%) o sui personaggi (32%).

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