1961-2011: 50 anni di Anabic. Lo speciale di Agricultura.it

1961-2011. L’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne compie mezzo secolo di vita. Agricultura.it ha varcato, in esclusiva, i cancelli della sede Anabic di S. Martino In Colle, nella campagna di Perugia, per conoscere meglio i "segreti" e le attività di ricerca e di miglioramento geneteco delle razze autoctone nazionali. Su multimedia le interviste esclusive al presidente Fausto Lucchetti, al direttore Roberta Guarcini e a Gaia Martuscelli che ha illustrato il primo mezzo macelleria brevettato in Umbria dal Consorzio Produttori Carne Bovina Pregiata delle Razze Italiane.

Anniversario Anabic – Cinquant’anni di storia dedicati alla valorizzazione e alla diffusione delle razze bovine autoctone italiane. È l’Anabic, Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne che dal 6 giugno 1961 promuove e attiva tutte le iniziative finalizzate al miglioramento delle razze bovine principi la Marchigiana, la Chianina, la Romagnola, la Maremmana e la Podolica. L’associazione, nata dalla confluenza delle preesistenti Associazioni Nazionali di Razza, ha acquisito le loro competenze in materia di selezione e istituito, nel 1969, il Libro Genealogico Nazionale unico delle Razze Bovine Italiane da Carne. All’attività principale di miglioramento genetico, l’Anabic affianca iniziative a carattere promozionale, la collaborazione in programmi di ricerca e sperimentazione con organismi statali competenti e istituti universitari, senza dimenticare l’assistenza tecnica agli operatori stranieri interessati all’allevamento delle razze italiane. Su delega dell’allora Ministero dell’Agricoltura dagli anni ’60 svolge l’attività di selezione dell’Organizzazione degli Allevatori, mantenendo le funzioni di indirizzo generale e di vigilanza. Nello svolgimento della sua attività, collabora con l’Associazione Italiana Allevatori di cui è socia. All’Aia spetta l’effettuazione dei controlli funzionali sulla produttività del bestiame mentre, a livello provinciale, le attività connesse con il lavoro di selezione sono svolte dalle Associazioni provinciali Allevatori (Apa). Attualmente operano come socie dell’Anabic 43 Associazioni provinciali allevatori, distribuite in 14 regioni italiane.

Il Libro Genealogico Nazionale – Il passaggio cardine, fondamentale nella lunga storia dell’Anabic resta l’istituzione, il 18 ottobre 1969, del Libro Geneaologico Nazionale che, insieme alle stazioni di controllo, è lo strumento fondamentale per il miglioramento genetico del bestiame. Articolato in cinque sezioni, una per ciascuna razza, raccoglie, in archivi informatici, il complesso dei dati anagrafici, genealogici, morfologici, produttivi e riproduttivi dei bovini in selezione. Queste informazioni, oltre ad essere utilizzate ai fini della certificazione genealogica, contribuiscono a determinare il valore genetico dei riproduttori, consentono di predisporre opportuni piani di accoppiamento e forniscono agli allevatori tutte le informazioni utili per migliorare il proprio bestiame. Presso l’associazione opera l’Ufficio Centrale del Libro, con funzione di coordinamento e controllo del lavoro svolto dagli uffici provinciali situati presso le APA e distribuiti su tutto il territorio nazionale. Un controllo capillare quindi, che parte dalla sede centrale (a S.Martino in Colle, nella tranquilla campagna umbra vicino Perugia) ma che arriva comunque ad ogni singolo allevamento, con analisi e verifiche sia a livello morfologico che genetico.

Le valutazioni morfologiche e gli esperti di razza – La valutazione morfologica del bestiame è la stima visiva della conformazione esterna dell’animale, basata sul concetto di “bellezza funzionale”, criterio zootecnico secondo il quale si considera “bello” un animale rispondente alle finalità per le quali viene allevato. Questa valutazione viene effettuata da esperti qualificati attraverso una scheda lineare in cui compaiono tutte le voci significative ai fini della stima del riproduttore. Dall’insieme dei valori attribuiti alle singole voci, deriva un punteggio finale che è appunto il punteggio morfologico dell’animale, requisito obbligatorio per la sua iscrizione al Libro Genealogico. Gli esperti che svolgono questa attività vengono tecnicamente preparati dall’associazione attraverso appositi corsi di formazione e incontri annuali di aggiornamento. Il Corpo degli Esperti dell’Anabic opera su tutto il territorio nazionale, provvedendo ai giudizi del bestiame in mostra, alla scelta e valutazione dei vitelli in prova nei Centri Genetici, alle valutazioni morfologiche dei riproduttori da iscrivere al Libro Genealogico, all’effettuazione di piani di accoppiamento presso le aziende. 

Le valutazioni genetiche – Le valutazioni genetiche utilizzano tutte le informazioni rilevate nello svolgimento delle diverse attività di selezione (Centro Genetico, Libro Genealogico, Controlli funzionali, Valutazioni morfologiche) per stimare il valore genetico dei riproduttori, individuando i migliori in base agli obiettivi di selezione definiti. A questo scopo, mediante appropriati modelli di analisi, i dati produttivi, riproduttivi e morfologici vengono depurati dagli effetti di natura ambientale. I valori ottenuti, combinati in indici, determinano il valore genetico di ogni singolo soggetto. Nasce e si sviluppa così lo studio e la definizione dei modelli di analisi per l’indicizzazione dei riproduttori. In particolare si provvede al calcolo dell’Indice di selezione toro dei soggetti in prova di performance, attraverso un sistema “BLUP-Animal model” basato sui caratteri di accrescimento e muscolosità, e si utilizzano i dati di peso rilevati nelle aziende e le informazioni relative alla morfologia e all’efficienza riproduttiva per elaborare ulteriori indici genetici dei riproduttori in selezione. 

I risultati – Questo duplice schema di selezione ha consentito in questi anni di perseguire con efficacia gli obiettivi di miglioramento genetico del bestiame. Grazie all’uso appropriato di tutti gli strumenti a disposizione, e in particolare dei centri genetici, sono stati incrementati notevolmente i fattori alla base della produttività. Nell’ultimo decennio la selezione di bovini più precoci ha permesso di anticipare l’età al primo parto di circa 60 giorni per Chianina, Marchigiana e Romagnola e di 120 per Maremmana e Podolica. Anche l’efficienza riproduttiva è migliorata in modo sensibile: l’interparto medio è diminuito di oltre 30 giorni per Chianina, Marchigiana e Romagnola e di circa 60 giorni per Maremmana e Podolica.

All’estero – Un’ulteriore garanzia per il lavoro effettuato dagli allevatori di bovini italiani che esportano all’estero è stata la fondazione, nel 1993, di una struttura commerciale propria dell’Anabic, L’Italiana Genetica e Servizi srl. Attraverso questa struttura, si offre ad operatori stranieri assistenza all’esportazione di seme, embrioni e animali vivi, provvedendo all’organizzazione delle operazioni e alla esplicazione di tutte le necessarie formalità previste dai paesi interessati. Il supporto non si esaurisce con la parte commerciale, ma prosegue con la fornitura di tutti i servizi tecnici utili per ottenere i migliori risultati dall’allevamento delle razze italiane autoctone.

Cinquant’anni di garanzie – L’alta qualità delle carni prodotte dalle razze autoctone è il risultato di tre fattori congiunti: genetica, alimentazione, tecniche di allevamento. Il miglioramento genetico ha potenziato in questi anni l’attitudine alla produzione di carne, migliorando precocità, capacità di accrescimento e sviluppo muscolare di questi bovini che, per natura, producono carne magra e a basso contenuto di colesterolo. Il sistema di allevamento contribuisce a sua volta alle caratteristiche di genuinità e salubrità del prodotto. Si tratta infatti di piccoli allevamenti a ciclo chiuso che allevano secondo la linea vacca-vitello portando al peso di macellazione un limitato numero di animali nati in azienda. L’alimentazione è basata sull’impiego dei migliori mangimi e foraggi, tradizionalmente prodotti sui terreni aziendali, mentre nella stagione favorevole è diffuso il pascolo. Tali condizioni di allevamento assicurano il rispetto e il benessere del bestiame allevato ma anche la più completa armonia con l’ambiente circostante. Dal 1982 la carne prodotta dalle cinque razze italiane è tutelata dal Consorzio 5R, detentore dei marchi di qualità 5R e Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, ufficialmente riconosciuti dal Ministero delle Politiche Alimentari Agricole e Forestali. Il Consorzio attua un controllo rigoroso sulle proprie produzioni, a garanzia della salute del consumatore e a tutela dei propri associati che da sempre hanno fatto della qualità il loro principale obiettivo. 

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Speciale 1961-2011: 50 anni di Anabic. LA MACELLERIA MOBILE DEL CCBI. Scheda tecnica

Speciale 1961-2011: 50 anni di Anabic. LA MACELLERIA MOBILE DEL CCBI. INTERVISTA VIDEO MARTUSCELLI

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