“Il limitato ricorso delle Regioni alla distillazione di crisi dimostra che il comparto vitivinicolo nazionale gode, nel suo complesso, di buona salute.” Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, commenta i dati relativi alle richieste fatte pervenire dalle diverse Regioni per l’avvio della misura della distillazione di crisi (che consiste sostanzialmente nella possibilità per i produttori di distillare le eccedenze di produzione) ultimamente modificata estendendone l’ambito anche ai vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica.
Le regioni – “Oltre al Piemonte ed alla Calabria, che avevano caldeggiato l’adozione della misura, hanno comunicato il ricorso alla distillazione di crisi – prosegue Galan – per le produzioni a denominazione di origine e ad indicazione geografica anche il Lazio e la Sardegna, mentre le Marche e la Puglia ne limiteranno l’utilizzo ai soli vini comuni.”
I dati – Da una prima stima, ammontano a circa 114.000 Hl i volumi di vini a DO e IG che saranno sottoposti a distillazione di crisi, concentrati per lo più in particolari aree che hanno manifestato una certa sofferenza di mercato. Per i vini comuni, il quantitativo massimo ipotizzabile si attesta a circa 135.000 Hl, in massima parte riferibili alla Regione Puglia. A fronte di tali quantitativi, la spesa prevista è stimabile intorno ai 7 milioni di euro per i vini a DO e IG e a 2,9 milioni di euro per quelli comuni, per un costo complessivo di gran lunga inferiore al limite massimo utilizzabile pari al 10% dello stanziamento assegnato al Programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo (23.239.000 euro).