Romano: nuova Pac sia meno burocratica e produca lavoro

“L’esperienza degli ultimi anni rivela che gli agricoltori europei hanno bisogno in primo luogo di una politica che li aiuti a diventare più competitivi, con misure idonee a prevenire ed a gestire le crisi di mercato. Inoltre, gli stessi agricoltori ci hanno chiesto con insistenza una semplificazione delle norme e dei controlli. Ebbene, le proposte della Commissione non forniscono risposte adeguate rispetto a queste esigenze". Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano è intervenuto durante il Consiglio dei Ministri Agricoltura e Pesca che si sta svolgendo oggi a Lussemburgo in merito alla proposta presenta dalla Commissione sulla nuova PAC.
 
Direzione opposta – “Al contrario – ha proseguito il Ministro – la Commissione sembra muoversi nella direzione opposta. Da un lato essa mette al centro del proprio progetto un regime di aiuti disaccoppiati sempre più rigido, ove non sussiste più alcuna differenza fra le imprese orientate a produrre per il mercato e la proprietà fondiaria improduttiva.  Dall’altro lato le misure proposte appaiono sempre più complesse, sia per i produttori sia per le Amministrazioni nazionali. Io credo che dobbiamo correggere questo indirizzo, perché una politica agricola di questo tipo non serve ai nostri produttori".

Pagamenti diretti – “Per quanto concerne specificamente la proposta relativa ai pagamenti diretti – ha continuato Romano – desidero sottolineare che non è accettabile  la redistribuzione delle risorse finanziarie tra i Paesi membri che la Commissione propone. Tale modello di redistribuzione costituisce  un approccio sbagliato perché prende in considerazione la superficie agricola quale unico parametro, senza dare alcun rilievo alla produzione ed al lavoro. Infatti, un regime di sostegno disaccoppiato, commisurato esclusivamente alla superficie agricola, finisce per essere una misura unicamente ambientale, e come tale risulta del tutto estranea alle esigenze delle imprese agricole. Ritengo che gli aiuti diretti debbano essere distribuiti tra gli Stati membri tenendo conto non solo della superficie ma anche del valore della produzione, del lavoro impiegato e del potere di acquisto.“

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