Chef emergenti, ecco Nicola Laera

Una grande esperienza affianco a uno tra gli chef più quotati del momento: questo, tra tutti, l’aspetto che più ha influenzato la Famiglia Maffei nella scelta di Nicola Laera come nuovo executive chef del Biohotel Hermitage e del ristorante stellato Stube Hermitage di Madonna di Campiglio (TN). Altoatesino, con un entusiasmo trascinante e una creatività che si ritrova nei suoi piatti, Nicola Laera, pur giovanissimo, vanta una carriera lunga ben 6 anni come Sous Chef di Norbert Niederkhofler, dopo una serie di esperienze tutte italiane e tutte in alta quota, nella sua terra d’origine, l’Alto Adige. E proprio dalla sua terra natale il giovane chef ama ricavare i prodotti freschi e gli ingredienti di stagione che entrano nelle sue ricette. Proprio dal suo maestro Laera ha preso la passione per gli ingredienti del territorio, minuziosamente selezionati in prima persona, alla ricerca di quei dettagli che rendono unico il piatto. Appassionato della materia prima, la sua cucina è un’incessante sperimentazione di nuovi abbinamenti e accostamenti culinari. Il risultato è una gastronomia dal sapore schietto e deciso, che sa continuamente stupire il palato. Una cucina che parla del territorio, senza per questo rimanere imprigionata nella retorica della tradizione. La cucina del nuovo chef Nicola Laera si può degustare sia nel ristorante dell’hotel, sia nella stellata Stube Hermitage, naturalmente in piatti e creazioni differenti. Fortemente voluta dal capo famiglia Giacomino Maffei, appassionato del buon mangiare, la Stube Hermitage rispecchia lo stile e l’estrema cura del dettaglio, affidata al buon gusto della moglie Edda. Non è un caso che sia proprio la famiglia Maffei a seguire personalmente tutti i dettagli, per soddisfare al meglio ogni desiderio dei suoi ospiti. Ricavata da una stube originale dei primi anni del ’900, la Stube Hermitage offre un ambiente caldo e accogliente, raffinato e allo stesso tempo autentico. Non da meno il ristorante dell’hotel. Sempre aperto, sia a pranzo che a cena, con una proposta “chilometro zero”, un percorso che potremmo definire scandito dalle stagioni, dal sole che puntuale illumina la sala attraverso le ampie vetrate sulle montagne, panorama che dà l’idea di essere sospesi tra la terra e il cielo. Con questa scelta il Biohotel Hermitage continua a raccontare una storia vera, di sapori, di familiarità, di bellezza paesaggistica unica e di prodotti locali di pregio.

Claudio Zeni

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