‘Agricoltura spaccata in due: chi fatica e chi guadagna’. Parla Tiso (Confeuro) su agricultura.it

Presidente Tiso come sta l’agricoltura italiana dal suo punto di vista?
L’agricoltura italiana è assente, nel senso che materialmente sono in molti a dedicarsi  all’agricoltura, con i sacrifici tipici di questo lavoro, i quali sono davvero tanti ma non sono considerati da nessuno. Ma c’è anche una parte piuttosto consistente di persone che lavorano nel settore agroalimentare in Italia (20%) che non sono agricoltori nel vero senso della parola, ma sono soggetti che fanno un piano industriale per l’agricoltura, ovvero investono, producono e commercializzano ed infine vengono aiutati dalla PAC che li sostiene nei loro rischi. Purtroppo è l’assenza di un Piano Agricolo Nazionale che ha determinato il divario tra agricoltura (nel vero senso della parola) e ed investitori nel settore agricolo. Sono sessanta anni che non si fa una Conferenza nazionale sull’agricoltura. Di fatto non si può parlare dello stato dell’agricoltura in Italia senza far cenno agli agricoltori che stanno lentamente scomparendo. Purtroppo di notizie sui giornali ne circolano tante, a volte senza fondo di verità, quindi penso che sarebbe utile organizzare un contraddittorio pubblico tra giornalisti, Associazioni di Categoria e agricoltori e aprire un dibattito sull’agricoltura reale e le condizioni di vita di molti agricoltori, i quali vivendo in zone marginali non sono ancora stati raggiunti dal progresso. E’ triste affermarlo, ma ancora oggi ci sono due classi di agricoltori: quelli che sono ligi al dovere, e quelli che sono spalleggiati dalla politica e fanno politica a proprio favore. Mi chiedo come è possibile che gran parte dei finanziamenti dell’UE li rimandiamo indietro? E’ possibile che non siamo in grado di usufruirne?

Qual è il suo punto di vista sulla PAC 2014-2020?
Pur essendo un europeista convinto, ritengo che questa PAC sia già superata. Invece di piccolissimi finanziamenti a fondo perduto (perché 1.200 euro all’anno sono una miseria per l’agricoltore), sicuramente sono più utili dei suggerimenti importanti, per esempio quali nuove colture produrre, avviare colture in  serre, orticoli ad alto valore aggiunto, produrre per la quarta gamma. Invece che regalare briciole, diamo un po’ di dignità agli agricoltori e aiutiamoli ad aumentare la propria capacità produttiva.

Che ne pensa dell’IMU sugli immobili agricoli?
La posizione di Confeuro sull’IMU è ferma, ferrea e dura, l’IMU sugli immobili strumentali  agricoli va cancellata e non si deve pagare. E poi ci sono sindacati che hanno ricevuto in eredità una grande quantità di immobili, che con varie leggi sono esenti da tasse, perché allora andare a recuperare quei soldi tassando gli immobili strumentali agricoli?

Gli ultimi dati ISTAT affermano un calo dei consumi che ad incidere sulle spese alimentari  e questo non aiuta il mercato dei nostri prodotti agricoli, Lei cosa consiglia per invertire la rotta?
Io penso che per uscire dalla crisi bisogna investire, soprattutto nella crescita. Se la moneta non gira calano i consumi e di conseguenza cala anche la produzione.

I prodotti di qualità, di cui è ricca la nostra agricoltura, possono essere una risposta alla crisi e risollevare il settore primario?
Certamente i prodotti DOC e IGP son la punta di diamante della nostra agricoltura, ma è necessario avere un organo garante che certifichi la qualità di tutti i prodotti. La qualità è l’obiettivo primario della nostra agricoltura, dobbiamo puntare sulla qualità come valore aggiunto delle nostre produzioni. Ma è necessario anche che il prodotto sia accompagnato sempre dal “certificato di qualità”.

LB
 

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