Terreni allagati e salinità: le Cooperative Agricole Braccianti di Ravenna lanciano l’allarme sull’ingressione del mare

RAVENNA – A causa delle mareggiate di questo inverno sono stati sommersi 106 ettari di terreni agricoli di Agrisfera, cooperativa agricola braccianti socia di Promosagri, alle spalle di Casal Borsetti. I danni provocati sono definitivi, poiché l’acqua salata renderà i terreni inutilizzabili per alcuni anni e obbligherà l’azienda a diverse azioni di ripristino.

Promosagri apprezza la posizione del Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, nel chiedere un intervento di tipo strutturale a Regione e Ministero della Difesa, competente per il poligono di Foce Reno, per un’opera di difesa costiera volta a prevenire gli allagamenti e l’infiltrazione di acqua salata nei campi fino a Mandriole.

L’ingressione marina è un fenomeno sempre più frequente e intenso, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici in atto, che aggrava la penetrazione del cuneo salino e intacca la qualità delle acque, combinandosi con l’aumento delle stagioni siccitose e della subsidenza.

Tra coloro che ne subiscono di più le conseguenze ci sono i produttori agricoli della costa, che da tempo denunciano in certe zone situazioni al limite della sostenibilità. “Il territorio agricolo ravennate è per buona parte molto delicato perché di origine alluvionale e spesso al di sotto del livello del mare: il problema dell’ingressione marina determina anche l’innalzarsi del cuneo salino,entrambi acuiti dall’innalzamento del mare stimato dagli esperti fino a 5 centimetri nei prossimi 10 anni”, spiega Stefano Patrizi, presidente di Promosagri, la cooperativa di servizi che associa le 7 cooperative agricole braccianti della provincia. “La crescita del cuneo salino – continua Patrizi – è un problema devastante per le produzioni, riguarda la concentrazione di sale nei campi coltivati ed è aggravata dalla mancanza di piogge e dalle difficoltà di irrigazione, per carenza di buone acque irrigue, che altrimenti ne diluirebbero la concentrazione”.

Le Cooperative agricole braccianti affrontano queste problematiche con buone pratiche agronomiche, l’utilizzo di sensoristica e strumentazioni informatiche avanzate; tuttavia, per una soluzione strutturale del problema occorre una strategia di difesa dell’area agricola costiera.

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