Protesta agricoltori in Est Europa: stop di Polonia, Ungheria e Slovacchia importazioni di grano ucraino. L’UE ribatte: Politica commerciale è competenza europea

ROMA – Basta grano ucraino nei paesi dell’Est Europa. E’ in sintesi quello che chiedono, attraverso proteste e blocchi dei trasporti, gli agricoltori dei paesi confinanti con l’Ucraina.

Il motivo? C’è troppo grano ucraino e così i prezzi del prodotto interno sono crollati. Insorgono i contadini polacchi, su tutti, e cercano di bloccare i treni carichi di grano ucraino a buon mercato verso l’Europa centrale. Proteste anche di agricoltori rumeni, bulgari, sloveni e ungheresi per lo stesso motivo.

Per primo è stato il governo di Varsavia a vietare l’ingresso del grano ucraino nel Paese. E poi la Slovacchia ha vietato le importazioni di cereali ucraini; l’Ungheria ha introdotto misure per limitare le importazioni di grano ucraino (tariffe + quote); la Romania deve ancora decidere.

Ma perché tutto questo? Prima dell’inizio della guerra, il 90% delle esportazioni di grano ucraino passava attraverso i porti in acque profonde del Mar Nero. Con l’invasione del 2022, l’Ucraina è stata destabilizzata. Non poteva esportare grano con la stessa facilità a causa di una varietà di fattori: aggressione russa, problemi logistici nel continente e problemi di assicurazione contro i rischi di guerra nel settore dei trasporti marittimi.

E così, con il Mar Nero ‘fuori uso’ il commercio del grano ucraino ha cercato altri modi per spostare il grano fuori dal paese. Con la ferrovia c’erano dei limiti su dove poteva andare a causa delle differenze di dimensioni dei binari tra gli ex stati sovietici e l’Europa centrale.  E così si è esportato gran parte del grano attraverso i paesi vicini dell’Ucraina, sostenendo costi elevati e abbassando i prezzi del grano locale nei paesi importatori.

Ma quanto è stato spedito? Molto: nel periodo 2022/2023 (ovvero dallo scoppio della guerra ad oggi) le importazioni di mais e grano in Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania sono cresciute del 2.300% rispetto a prima della guerra. Gli agricoltori locali di questi paesi non sono contenti di dover competere con un vicino che, in pratica è ‘costretto0 a vendere il grano nel proprio cortile.

L’Europa ovviamente non approva queste proteste: “La politica commerciale è una competenza esclusiva dell’Ue, azioni unilaterali non sono accettabili”, ha sottolineato la Commissione rimarcando la necessità, “in tempi così difficili, di coordinare e allineare le decisioni all’interno dell’Ue”.

Una ripartizione per paese (fonte GrainStats)

Crescita delle ispezioni all’importazione: mais e grano

Slovacchia 36.212%

Ungheria 6.373%

Romania 1.938%

Polonia 1.396%

Ripartizione per paese e merce

Mais

Slovacchia     31.003%

Ungheria         5.623%

Romania         2.201%

Polonia                 871%

Grano

Slovacchia   1.493.880%

Ungheria         47.258%

Polonia              11.803%

Romania            1.732%

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