Bayer in Italia certificata EDGE per la parità di genere

MILANO – Bayer è la prima azienda in Italia che opera nel settore delle Life Science ad aver ottenuto il secondo livello della certificazione EDGE (livello II MOVE dei 3 previsti) per la Parità di Genere.

Bayer è stata sottoposta ad un’attenta e rigida valutazione – seguita da un audit di verifica – su diversi aspetti che comprendono: la distribuzione tra uomini e donne in tutti i business/funzioni e a tutti i livelli aziendali, l’equità salariale, l’efficacia delle politiche e delle azioni sviluppate per promuovere una crescita professionale equa. Tutti i dipendenti sono stati invitati a rispondere ad un sondaggio per valutare la loro percezione ed esperienza sulla tematica dell’inclusione della parità di genere in azienda.

Il riconoscimento è una conferma dell’impegno nella Diversity, Equity & Inclusion radicato nella storia dell’azienda e sostiene ambiziosi obiettivi che si è dato il Gruppo a livello globale: raggiungere il 33% di donne nel top management e il 50% in posizioni manageriali entro il 2025 puntando ad avere il 50% in posizioni di top management entro il 2030.

Bayer in Italia contribuisce al raggiungimento di questi obiettivi. Attualmente, nel nostro Paese le donne sono il 46% della popolazione aziendale, il 47% dei quadri, il 45% dei dirigenti e il 50% all’interno del top management.

Monica Poggio, Amministratrice Delegata di Bayer S.p.A., commenta: “Ottenere la certificazione EDGE è un traguardo frutto di un impegno costante volto a creare un contesto organizzativo in cui parità di genere, inclusione, diversità e integrazione sono valori condivisi da tutti. La chiave di questo percorso, che continuerà in futuro, è di non pensare al genere del lavoratore ma mettere al centro la persona esaltando il suo talento, le sue caratteristiche e le sue competenze.

Il processo di certificazione conferma elementi positivi che ci caratterizzano, a partire dalle politiche per garantire l’equità retributiva, e ci permette di acquisire una maggiore consapevolezza delle aree di miglioramento su cui focalizzare le nostre energie per garantire un ambiente di lavoro sempre più inclusivo“.

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