Emergenza idrica. Oggi il commissario straordinario Dell’Acqua a Fieragricola, Servono più invasi e un’agricoltura meno idro-esigente

VERONA – «L’Italia sta diventando un Paese povero di acqua ed è sbagliato parlare di siccità solo in estate, dobbiamo guardare l’aspetto meteorologico tutto l’anno e dobbiamo imparare dai paesi che, avendo poca acqua hanno fatto molta più squadra fra le istituzioni. In Pianura Padana, se non nevica, avremo sicuramente ripercussioni estive, perché siamo abituati a prendere l’acqua dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai, che però sono sempre di meno per effetto dei cambiamenti climatici. Dobbiamo capire che è cambiato il clima, d’inverno non piove più e non nevica più come una volta».

Lo ha detto alla 116ª Fieragricola di Verona, il commissario straordinario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, domani protagonista del convegno «L’agricoltura nel clima che cambia: acqua, agronomia, allevamento animale, scenari di adattamento al cambiamento climatico», in programma alle ore 10:30 all’Area Forum di Fieragricola (padiglione 8). Fra i relatori, moderati da Rosanna Magnano di Radio 24, il professor Giuseppe Pulina, ordinario di Etica e sostenibilità degli allevamenti all’Università di Sassari, il professor Marco Borga, docente al dipartimento del Territorio, Ambiente, Agricoltura e Foreste dell’Università di Padova, Lorenzo Furlan, direttore Direzione Innovazione e sperimentazione di Veneto Agricoltura, prima della tavola rotonda alla quale prenderanno parte Anbi, Conaf, Anafibj, Anarb e Associazione italiana allevatori.

«Dobbiamo invasare più acqua, costruendo nuovi invasi e riparando la rete perché non perda, e poi fare politiche anche per la ricarica degli acquiferi», ha raccomandato il commissario Dell’Acqua.

Fondamentale anche il ruolo degli agricoltori, che sono già oggi protagonisti attivi di una gestione sostenibile delle risorse idriche. «Gli agricoltori stanno già risparmiando acqua – ha riconosciuto il commissario straordinario –. Servono però pianificazioni e serve tempo, perché non si può chiedere all’agricoltura di risparmiare il 50% di acqua o chiedere agli agricoltori di cambiare le colture del Paese. Faccio un esempio: il 75% dell’agricoltura irrigata si trova in Pianura Padana, dove si producono significative produzioni agroalimentari. Possiamo andare a risparmiare il 50% di acqua in quella zona? No, perché non sarebbe possibile, ma ogni agricoltore lo sa già e deve impegnarsi per risparmiare acqua». In che modo? «In agricoltura è importante aumentare la capacità di assorbimento dei terreni e la sostanza organica in essi contenuta e per questo ci sono agricolture conservative e rigenerative che stanno prendendo piede – ha concluso Dell’Acqua –. Dobbiamo cambiare l’agricoltura e incrementare la quantità di sostanza organica nel terreno, così trattiene più acqua ed è meno idro-esigente».

Aspetti che saranno approfonditi anche domani al convegno in programma alle 10:30 al padiglione 8 (Area Forum Fieragricola).

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