Rivali quanto basta. Tra Siena e Firenze è sfida del gusto

Rivali? Sì, ma quanto basta. In fondo quando si tratta di gusto anche le più antiche e storiche rivalità possono, per una sera, essere messe da parte e trasformarsi in un tripudio di sapori e prelibatezze di ogni genere. E così nel ristorante fiorentino The Club House è andato in scena il remake della battaglia di Montaperti a colpi di forchette, coltelli, piatti e calici di vino. Siena e Firenze si sono sfidate a tavola. Protagonista il territorio del Chianti nei due versanti più celebri, quello senese e quello fiorentino, appunto. A confronto, in una sfida di gusto produttori e produzioni di eccellenza con un vincitore decretato direttamente dai commensali gourmet per un giorno, affiancati da una giuria tecnica.

Guelfi e Ghibellini – In gara tre vini degustati in apertura come aperitivo, durante le portate e in abbinamento al dessert. In buona compagnia di olio extravergine di oliva, un primo piatto preparato direttamente dalla chef, una selezione di due salumi e due formaggi, per concludere con il dolce. Guidati da Marco Marucelli e da Alessandra Ruggi la nobile sfida si è aperta con la degustazione degli extravergini della Fattoria Il Viticcio di Greve in Chianti e del Castello di San Donato in Perano di Gaiole.  Fruttato dai colori intensi il primo, piccante con un delizioso retrogusto di carciofo il secondo. Si è poi passati ai re della tavola: i formaggi. Caprini contro pecorini. Podere Le Fornaci contro il Caseificio Corbeddu. Formaggi di pecora freschi e aromatizzati da una parte e il pecorino delle Crete Senesi dall’altra. Nello stesso piatto i salumi. La finocchiona sbriciolona all’uso di Greve in Chianti e il salame classico al Chianti dell’Antica Macelleria Falorni. Per Siena la finocchiona cotta e il tonno di Radda, filetto di maiale salato e aromatizzato con finocchio selvatico e pepe nero che deve il suo nome, come ha raccontato Luciano Porciatti della Macelleria Casa Porciatti, alla richiesta di una bizzarra cliente che entrando in bottega chiese un “pezzo di tonno di Radda” avendo in mente la delicatezza del salume stesso che ricordava la fragranza del tonno. Per i primi piatti la parola è passata allo chef del Club House che si è dilettato ad offrire ai provetti giudici un bis di pasta con due condimenti a confronto: pennette alla chiantigiana e tagliolini al ragù di cinghiale.

Dolce Toscana – Una sfida all’ultima eccellenza che non poteva che concludersi con due dolci tipici i biscotti di San Casciano dell’Antica Dolce Forneria e i brutti ma buoni della pasticceria Lodi – Pasini di Castelnuovo Berardenga. Nocciole, mandorle, pinoli, uvetta per ricette semplici della tradizione più povera toscana. Ma come recita un antico detto toscano “non ti mettere in cammino se la bocca un sa’ di vino”. E così non potevano che fare la parte dei protagonisti i vini espressione di un territorio vanto della Toscana nel mondo. Chianti Classico DOCG, Riserva e Vinsanto Dolce Arianna del Chianti Classico Doc della fattoria Il Viticcio e il Bianco IGT, il Chianti Classico Castello 2006 e il Dolce del Castello – 50% semillion e 50% Pinot bianco, una vera prelibatezza con sentori di miele e pesca bianca – del Castello di San Donato in Perano. Tra gli applausi dei commensali divertiti il Chianti Fiorentino si è aggiudicato questa manche dagli antichi sapori e ricordi. Ma Siena, siamo sicuri, è già pronta per prendersi la sua rivincita.

Cristiano Pellegrini 

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