Biologico. Anaprobio, senza sburocratizzazione difficoltà per il settore

ROMA – “La promozione e lo sviluppo dell’agricoltura nel settore bilogico passano in modo significativo dalle norme che gravano sul comparto, con particolare riferimento a quelle sulla produzione, ma anche sull’etichettatura e soprattutto sui controlli, tutte tematiche sulle quali è fondamentale portare avanti il confronto per arrivare a una vera semplificazione burocratica e a uno snellimento delle attività di certificazione”. Lo ha sottolineato Ignazio Cirronis, presidente di ANAPROBIO Italia, l’associazione nazionale dei produttori biologici della Copagri, intervenendo all’odierna riunione tecnica sul settore biologico svoltasi oggi al Masaf alla presenza del Sottosegretario all’agricoltura Luigi D’Eramo.

“Per tali ragioni, non possiamo che ringraziare il Ministero per l’odierno momento di confronto su uno schema di decreto legislativo che servirà ad adeguare la normativa nazionale alle disposizioni introdotte dai regolamenti comunitari 2018/848 e 2017/625, relativi appunto alla produzione, all’etichettatura e ai controlli sul biologico”, ha affermato il presidente, illustrando le proposte e le osservazioni di ANAPROBIO Italia sul testo, su cui dovranno poi esprimersi le competenti commissioni della Camera e del Senato.

“Con particolare riferimento ai controlli, attesa la giusta e ovvia necessità di fornire ai consumatori delle garanzie sui prodotti agricoli che acquistano, assicurando così che questi siano realmente biologici e ambientalmente sostenibili, riteniamo fondamentale intervenire sulle tariffe della certificazione, fissando dei veri e propri tetti massimi, che siano uguali per tutti gli enti preposti a tali attività e che vengano definiti in base all’ampiezza aziendale”, ha suggerito Cirronis, secondo cui “è necessario cominciare a ragionare sulla possibilità di permettere alle aziende bio di portare a credito d’imposta i costi della certificazione”.

“L’ampiezza aziendale – ha osservato – andrà tenuta in debita considerazione anche nella valutazione delle sanzioni da comminare alle aziende che non ottemperano alle norme di legge, facendo bene attenzione a fare esclusivo riferimento al fatturato certificato bio dell’azienda”.

“Sempre pensando alla necessità di semplificare e sburocratizzare il settore – ha fra l’altro aggiunto il presidente di ANAPROBIO Italia – riteniamo altresì utile valutare l’opportunità di costituire, in accordo con il Ministero della Salute, un coordinamento delle diverse Autorità di Controllo, quali ASL, ICQRF, ed enti di certificazione, così da creare una banca dati dei controlli ispettivi che, attraverso un Piano specifico, eviti di duplicare, per lo meno nello stesso anno, i controlli sulla stessa azienda”.

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