Viticoltura eroica sentinella della montagna. Celi (Cervim): “La montagna va vissuta e tutelata, presenza uomo è fondamentale”

AOSTA – Ogni giorno è doveroso ricordare che la montagna deve essere tutelata e vissuta. Perché la montagna è vita e cultura, uno scrigno ambientale, agricolo e sociale.

A sottolinearlo è stato il Cervim – Viticoltura eroica, in occasione della Giornata internazionale della montagna, che dal 2002 si celebra ogni 11 dicembre.

Una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, mentre l’evento è coordinato a livello globale dalla Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura.

Il Cervim tutelando e valorizzando i vini eroici (ovvero sopra i 500 metri, con pendenza del 30% e delle piccole isole), tutela la montagna, la valorizza e permette che la montagna continui a vivere.

“Nelle nostre montagne, in Italia, così come in Europa e nel mondo – commenta il presidente Cervim, Stefano Celi -, noi viticoltori eroici abbiamo scelto di lavorarci e di restare a vivere, coltivando i nostri vigneti, garantendo così alla collettività la presenza dell’uomo, evitando l’abbandono dei territori più estremi ed evitando, per quanto possibile, il dissesto idrogeologico. All’ultimo Mondial des Vins Extremes, del 2023, abbiamo avuto la partecipazione di vini da 26 Paesi di tutto il mondo: la viticoltura eroica, i vini di montagna sono sempre più apprezzati dai consumatori, per qualità e biodiversità”.

 

La montagna – ricorda il Cervim – non è però un museo a cielo aperto, ma ha un ruolo socio-economico ed ambientale che è strategico ed insostituibile: “La presenza della viticoltura, dei muretti a secco – conclude il presidente Celi – è un chiaro esempio di quanto sia fondamentale la permanenza dell’uomo in queste aree, portando benefici concreti alla collettività, in primis un argine per quanto possibile al dissesto idrogeologico”.

 

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