A Ferrara Cia scende in strada per chiedere la revisione della PAC e riforme strutturali per il settore

FERRARA – I produttori agricoli ferraresi di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sono scesi in strada con i loro trattori per protestare contro la Politica Agricola Comune (PAC), la serie di misure che vengono decise in Europa a sostegno delle aziende agricole e che, almeno in teoria, dovrebbero aiutare la produttività e la crescita delle aziende.

Invece, come hanno sottolineato oggi gli agricoltori che sono arrivati con il loro trattore ad Argenta, circa una cinquantina da tutta la provincia, la Pac è ormai la politica “dei paletti” e delle regole che non tengono conto della realtà delle aziende e dei territori. La principale richiesta, sostenuta da Cia-Agricoltori Italiani e da una petizione che sta ottenendo adesioni trasversali a tutto il mondo agricolo, è di eliminare, con effetto immediato, la norma che obbliga gli agricoltori a sottrarre il 4% dei terreni alla produzione di alimenti in un cotesto internazionale di carenza di cibo e risorse alimentari.

Un cambiamento della norma necessario, secondo Stefano Calderoni, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara che ha detto: “Abbiamo organizzato una protesta forte ma costruttiva perché, pur capendo le ragioni dei gruppi che hanno protestato nei giorni scorsi a Bologna, non vogliamo solo far sentire la nostra voce ma anche incidere sulle decisioni che verranno prese a livello politico con delle proposte e delle sollecitazioni per il cambiamento. Sicuramente la mobilitazione di oggi, organizzata davvero in pochissimo tempo cogliendo una richiesta spontanea degli agricoltori, dimostra che siamo arrivati al limite o meglio a un punto di svolta: o si cambia o l’agricoltura e le aziende sono destinate a scomparire, lasciando che la terra vada in mano a fondi speculativi che nulla hanno a che vedere con il settore agricolo.

A rischio – continua Calderoni – c’è un patrimonio agricolo dal valore incalcolabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, sacrificato in nome di una sostenibilità che non può essere ottenuta a discapito dell’agricoltura. Gli agricoltori, peraltro, sono i primi a tutelare l’ambiente, sottraendo anidride carbonica e impegnandosi a coltivare in maniera sostenibile. L’architettura verde della nuova Pac, invece, va nella direzione opposta, considerando noi produttori come un “problema” a tutto svantaggio della produzione italiana e del Made in Italy. La protesta di Cia-Agricoltori Italiani è partita da Ferrara perché la nostra provincia è a forte vocazione agricola e le nostre aziende stanno pagando un prezzo altissimo in termini di perdita di produttività. Penso alla tragica perdita di prodotto e superfici di pere ma anche agli altri comparti che soffrono a causa di decisioni prese a migliaia di chilometri da qui.

Solo chi vive nei campi ogni giorno e chi amministra da vicino i territori, infatti, si rende conto davvero delle esigenze degli agricoltori e in tal senso ringrazio il sindaco di Argenta, Andrea Baldini, che ci ha portato la sua solidarietà ed è sempre molto attento alle esigenze del settore agricolo. Ci tengo però chiarire un punto fondamentale: non si tratta di una protesta che riguarda solo il settore agricolo ma tutti coloro che vogliono mangiare prodotti sani e controllati. Con questa politica europea il rischio concreto è, infatti, che ci sia una prevalenza di prodotti agricoli importati da paesi che non seguono i nostri disciplinari produttivi, quelli che ne garantiscono sicurezza e salubrità. La mobilitazione non si ferma qui: continueremo a protestare a tutti i livelli – conclude Calderoni –   fino alla cancellazione della norma che ci costringe a rinunciare al 4% della superficie produttiva e finché, a livello italiano ed europeo, non si tornerà a dare valore alle nostre aziende e ai prodotti d’eccellenza che produciamo ogni giorno, custodendo il territorio e l’ambiente”.

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