Bonifiche. Anbi, I Consorzi portano valore ai territori virtuosi, non il contrario

ROMA – “E’ una mal interpretata funzione della politica, che porta a commissariamenti decennali come in Sicilia, a limitare l’operatività dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, che laddove vivono compiutamente il principio fondante dell’autogoverno democratico sono  invece esempio di efficienza”.

A dichiararlo è Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, forte del più recente esempio, che arriva dall’Emilia Romagna, dove l’annuale conferenza sugli interventi nelle aree montane, sospesa nel 2023 a causa dell’alluvione, ha evidenziato come  16.700.000 euro investiti direttamente dagli enti consortili abbiano attratto, sui territori alti nel 2022, ulteriori 15.500.000 euro di fondi di europei, nazionali e locali, portando ad oltre 32 milioni, la cifra gestita in opere, lavori e manutenzioni; ciò significa che ogni euro di contribuenza ne ha generato 1,55 da riversare in interventi sul territorio!

“E’ un risultato, di cui andiamo fieri anche perché l’attività, che i Consorzi di bonifica realizzano in montagna,  sia in fase di monitoraggio preventivo che per interventi mirati, è diventato un fattore imprescindibile di difesa e salvaguardia del territorio nella costante lotta contro il dissesto idrogeologico” sottolinea il Presidente di ANBI ed ANBI Emilia Romagna, Francesco Vincenzi.

Complessivamente sono stati 1.009 gli interventi realizzati, pari ad 8 cantieri ogni 100 chilometri quadrati e la tipologia cresciuta maggiormente è quella delle opere stradali, cui si aggiungono 74 lavori effettuati in aree protette, applicando le tecniche più sostenibili a tutela della biodiversità; in Emilia Romagna le frane censite sono 80.000 ed il 20% del territorio regionale è classificato come area a rischio di smottamenti.

L’analisi delle attività svolte nelle “terre alte” viene comunicata a cadenza annuale dai Consorzi di bonifica in ottemperanza al protocollo d’intesa, siglato nel 2013 fra  Regione Emilia-Romagna, ANBI ER e UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani). Quest’anno, il rinvio dovuto alla concomitanza con l’alluvione del 2023, ha consentito ad ANBI di elaborare un’ulteriore analisi quinquennale, che mostra chiaramente l’impatto delle opere consortili in tema di prevenzione e ripristino idraulico-forestale, nonché di costante supporto alle amministrazioni montane.

Nel recente quinquennio, infatti, sono stati effettuati mediamente 850 interventi all’anno, grazie a finanziamenti pari a 27 milioni di euro (1 euro di contribuenza ha generato € 1,37 di investimento in prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico); l’80% dei fondi dovuti al contributo di bonifica è stato investito sul territorio: tale percentuale è aumentata di 9 punti, grazie alla contrazione delle spese.

“Non mi stancherò mai di ripeterlo: la sicurezza idrogeologica delle pianure nasce dalla manutenzione dei territori di montagna ed il contrasto al loro progressivo spopolamento deve essere una priorità nell’agenda di governo” conclude Vincenzi.

Informazione pubblicitaria