Un orzo resistente ai cambiamenti climatici. Gendibar: una task force di ricercatori guidati al Crea a lavoro per il miglioramento genetico

Il miglioramento genetico dell’orzo nell’area del Mediterraneo, dove si coltivano 10 milioni di ettari, attraverso l’utilizzo degli ecotipi locali. In primis per avere varietà più resistenti agli stress idrici provocati dai cambiamenti climatici.  E’ in sintesi l’obiettivo da cui è nato Gendibar – progetto italiano vincitore dei bandi PRIMA 2018 per il settore “farming systems” – della durata di 36 mesi (dal 1 settembre 2019) che può contare su un finanziamento di 1 milione e 384mila euro. Il progetto è coordinato dall’Italia attraverso il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria); con la partecipazione italiana dell’Università degli Studi di Milano; e le unità di ricerca di altri sei paesi: Spagna (Universidad de Lleida); Germania (Max Planck Institut für Pflanzenzüchtungsforschung);  Turchia (TEKFEN Tarim);  Egitto (Ain Shams University); Tunisia (University of Sfax Institute of Biotechnology); Algeria (École Nationale Supérieure Agronomique).

Nei prossimi anni i cambiamenti climatici nel bacino del Mediterraneo provocheranno l’innalzamento delle temperature, un aumento della frequenza delle ondate di calore anomale e la riduzione delle precipitazioni. Mutamenti – spiegano i ricercatori – che causano lo spostamento delle zone agro-ecologiche e avranno un impatto profondo sulla produttività agricola, ed in particolare minacciano la resa e la redditività dell’orzo, che con un’area di circa 10 milioni di ettari coltivati, è una delle colture cerealicole economicamente e socialmente più importanti nei Paesi del Mediterraneo.

Gendibar punta ad acquisire nuove conoscenze nel campo della genomica e dell’agronomia sui meccanismi fisiologici e molecolari alla base dell’adattamento dell’orzo agli stress abiotici ed abiotici causati dai cambiamenti climatici nel bacino del Mediterraneo, valorizzando la biodiversità esistente negli ecotipi locali attraverso il pre-breeding.

Con pre-breeding – viene spiegato nella nota del progetto – si definiscono tutta una serie di attività finalizzate ad identificare caratteri desiderabili provenienti da materiali inadatti ad essere utilizzati per lo sviluppo varietale, e a trasferire tali caratteri a un insieme intermedio di materiali che possono invece essere utilizzati per creare nuove varietà.

Gendibar adotterà quindi soluzioni basate sulla caratterizzazione molecolare ed il sequenziamento di ecotipi locali di orzo, studi di espressione genica durante specifiche fasi dello sviluppo e la creazione di nuovi algoritmi di simulazione per la creazione di ideotipi ad alta produttività.

La divulgazione dei risultati verso le aziende sementiere del Mediterraneo – Al termine del progetto – sottolineano i ricercatori – i risultati saranno resi pubblici e diffusi così da essere utilizzati da parte delle aziende sementiere, che potranno sviluppare nuove varietà di orzo più tolleranti alle ondate di calore, agli stress idrici ed alle alte temperature. Inoltre le ipotesi sui benefici e rischi di nuove pratiche agronomiche per la coltivazione dell’orzo nelle diverse condizioni agro-climatiche del Mediterraneo saranno comunicate per essere ulteriormente validate.

Gli obiettivi del progetto nel dettaglio

  • Individuare nuovi alleli di orzo che possano contribuire all’adattamento ai cambiamenti climatici ed alla resistenza ai principali stress biotici della regione mediterranea
  • Acquisire nuove conoscenze per identificare le basi genetiche della tolleranza e della suscettibilità alle alte temperature durante le fasi più vulnerabili dello sviluppo dell’orzo
  • Fornire indicazioni per adottare pratiche agronomiche migliori ed economicamente vantaggiose, al fine di minimizzare gli effetti dei cambiamenti climatici nella regione del Mediterraneo
  • Migliorare i modelli di simulazione colturali sfruttando i parametri morfologici e fisiologici rilevati su ecotipi locali di orzo, al fine di creare ideotipi altamente produttivi e tolleranti alle alte temperature
  • Contribuire a creare nuove varietà di orzo resistenti e resilienti agli stress imposti dai cambiamenti climatici mediante il prebreeding.

Speciale PROGRAMMA PRIMA

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