Le novità su Prestazioni sanitarie e Isee, pensioni, Red e disoccuppazione in agricoltura

Prestazioni sanitarie ed ISEE. Slitta l’obbligo della certificazione – La Regione Toscana ha deciso di rimandare a data da individuare entro fine gennaio, il termine entro il quale l’assistito dal servizio sanitario nazionale, può presentare in alternativa alla certificazione ISEE, l’autocertificazione dei redditi finalizzata al pagamento del ticket aggiuntivo sulle prestazioni sanitarie e ticket farmaceutico. Con una delibera di fine anno, la Regione ha confermato fino al 30 aprile anche le condizioni di esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria oggi in vigore.

Carta Acquisti. Sospeso il contributo aggiuntivo – Con recente messaggio l’Inps ha comunicato la sospensione dell’erogazione ai titolari della Carta acquisti del contributo aggiuntivo di € 20 per gli utilizzatori di metano e Gpl per riscaldamento e produzione di acqua calda. Garantito l’accredito ordinario bimestrale di € 80. L’accesso al contributo per il 2013 è legato al rispetto di limiti reddituali:
– € 6.701,34 per i soggetti di età compresa tra i 65 e i 70 anni;
– € 8.935,12 per i soggetti di età pari o superiore a 70 anni.
Il limite ISEE per il 2013 è € 6.701,34. Tale limite è lo stesso per tutti i soggetti richiedenti, indipendentemente dall’età. Fra le condizioni da rispettare per ottenere la Carta Acquisti vi è anche quella del non superamento del valore di patrimonio mobiliare attestato dall’ISEE pari a € 15.000.

Totalizzazione: si può scegliere il calcolo più favorevole – L’assicurato che ai fini pensionistici utilizza i contributi versati in più gestioni previdenziali, può richiedere la liquidazione della pensione con il calcolo contributivo, se quest’ultimo garantisce una pensione di maggiore importo. La precisazione dell’Inps riguarda i lavoratori che hanno raggiunto il diritto autonomo a pensione in una delle gestioni interessate al cumulo dei contributi, e possono ottenere la pensione liquidata con il sistema retributivo o misto. A fronte di una specifica richiesta degli interessati, che dovranno essere informati di questa possibilità, le sedi Inps, dovranno liquidare queste pensioni con il sistema contributivo

Pensioni: recupero “quattordicesima” in 36 rate – I pensionati che nel 2009 hanno percepito la “quattordicesima mensilità” sulla base dei redditi presunti e non avevano diritto al beneficio, come accertato dall’Inps in base alla verifica dei redditi effettivamente percepiti, devono restituire la quota non dovuta in 36 rate mensili. Provvederà l’Istituto a recuperare quanto indebitamente percepito con trattenute sulla pensione, a partire dal mese di dicembre 2012. I pensionati interessati hanno ricevuto specifica comunicazione con l’indicazione dell’importo da restituire.

RED non consegnati all’Inps. A febbraio sospesi i pagamenti di (parte) delle pensioni – Non è conseguente (solo) alla dimenticanza del pensionato, e certamente non è stato causato da errori dei Caf. Certo è che l’Inps ha recentemente inviato a molti pensionati una comunicazione con cui sollecita la consegna del RED inerente i redditi 2010, pena la sospensione delle provvidenze economiche legate al rispetto di limiti reddituali. Più volte, anche in questo giornale, abbiamo raccomandato ai pensionati di prestare la massima attenzione alla riconsegna del RED, ma questa volta non è solo colpa dei pensionati, qualcosa non ha funzionato nella trasmissione dei redditi tra l’Agenzia delle entrate e l’Inps. Due anni fa, infatti, con lo scopo di ridurre le spese sostenute dall’Inps per le elaborazioni dei RED da parte dei Caf, il Governo ha deciso che tutti i dati reddituali che l’Istituto avrebbe potuto recuperare dalle pubbliche amministrazioni (agenzia delle entrate, catasto,ecc.) non dovevano essere richiesti ai pensionati. Iniziativa encomiabile, se non fosse stato evidente già da allora, che qualche problema nel trasferimento di quei dati si sarebbe verificato. In conseguenza di ciò, i pensionati che hanno ricevuto la lettera di sollecitazione dall’Inps, devono riconsegnare al più presto il RED, pena la sospensione di quelle provvidenze economiche (assegni familiari, maggiorazioni sociali, integrazione al minimo,ecc.) determinate per il diritto o nell’importo, in relazione ai redditi posseduti.

Indennità di disoccupazione. Nel 2013 arriva l’ASPI e la mini Aspi – La Riforma del lavoro cancella l’indennità di disoccupazione non agricola e quella di mobilità: al loro posto arriva l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (Aspi). E’ un’indennità mensile erogata ai dipendenti del settore privato, compresi gli apprendisti ed i soci di cooperative, che perdono involontariamente il lavoro. Possono richiederla i disoccupati con anzianità assicurativa di almeno 2 anni ed almeno un anno di contributi versati nell’ultimo biennio. L’Aspi, in vigore per gli stati di disoccupazione che avvengano dal 2013, prevede un periodo transitorio di applicazione, in cui sarà erogata per un numero di mesi variabile, sino ad arrivare a regime, nel 2016, ad una durata massima di 12/18 mesi, determinati in rapporto all’età del lavoratore disoccupato, con meno o più di 55 anni. Per i lavoratori precari, in sostituzione della disoccupazione con requisiti ridotti, arriva la “mini Aspi”. Dal 2013 sarà riconosciuta ai dipendenti che hanno versato almeno 13 settimane di contributi nell’ultimo anno, ed è corrisposta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contributi versati negli ultimi 12 mesi. E’ possibile avere l’indennità liquidata in unica soluzione se il richiedente vuole avviare un’attività d’impresa. Decade il lavoratore che rifiuta un impiego con una retribuzione superiore di almeno il 20% all’indennità percepita. Non sono previste modifiche per l’indennità di disoccupazione degli operai agricoli.

Invalidi civili totali. Salta il “reddito personale" – Recependo il principio espresso nel 2011 dalla Corte di Cassazione con una sentenza della Sezione Lavoro, l’Inps ha stabilito che il limite reddituale per l’erogazione della pensione di invalidità agli invalidi civili al 100%, si considera comprensivo anche dei redditi del coniuge. Da quest’anno, quindi, salvo ripensamenti dell’Istituto o interventi normativi a correzione, che siamo certi sarà fonte di numeroso contenzioso giudiziario, gli invalidi totali in possesso di redditi cumulati con quelli del coniuge, superiori a € 16.127,30, perderanno il diritto alla pensione di € 275,87 mensili. Rimangono invariati i limiti reddituali individuali per gli invalidi parziali, i sordi, i ciechi, e le esclusioni dai requisiti reddituali per le indennità di frequenza e di accompagnamento.

Colf e badanti. L’Inps a caccia dei (presunti) evasori contributivi – I datori di lavoro di colf e badanti che si sono dimenticati di chiudere il rapporto di lavoro presso l’Inps potrebbero ricevere nei prossimi giorni un avviso di pagamento con il quale l’Istituto chiede il pagamento dei contributi. L’avviso di pagamento (avviso bonario) verrà inviato anche al datore di lavoro che secondo quanto risulta all’Inps non ha versato i contributi fino a giugno 2012. A differenza del passato, secondo una parassi ormai consolidata, l’Inps non scrive più per avere chiarimenti, ma solo per avere soldi. L’effetto è il medesimo e si accorciano i tempi! Il datore di lavoro che non ha chiuso il rapporto di lavoro, ed ha effettuato regolarmente i versamenti dei contributi, non dovrà fare altro che comunicare entro 30 giorni la cessazione tramite contac center o tramite un Patronato. Se invece il versamento dei contributi non è stato effettuato, potrà ravvedersi entro i soliti 30 giorni, chiedendo, se del caso, la rateizzazione di quanto dovuto.

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